Viene definita ipertensione arteriosa la condizione in cui i valori di pressione del sangue all’interno delle nostre arterie supera i valori pressori normali. L'ipertensione arteriosa è potenzialmente pericolosa e costituisce un importante fattore di rischio per il sistema cardiovascolare.

L’ipertensione non è una malattia ma una condizione clinica che può determinare un aumento delle probabilità di essere colpito da ictus cerebrale, infarto di cuore, insufficienza renale ed altre malattie. Oggi però con le cure disponibili possiamo eliminare quasi completamente questi rischi correlati.

Ipertensione

Esistono forme di ipertensione arteriosa secondaria spesso correlate a specifiche malattie di alcuni organi. In molti casi la causa di ipertensione è una malattia del rene, conseguente a precedenti nefriti, pielonefriti o infezioni delle vie urinarie particolarmente frequenti.

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Anche patologie dell’apparato endocrino, in particolare malattie delle ghiandole surrenali, possono dar luogo alla sindrome di Cushing, all’iperaldosteronismo o al feocromocitoma. In altri casi la causa dell’ipertensione potrebbe essere dovuta al restringimento di alcune aeree delle arterie (coartazione aortica, stenosi dell’arteria renale).

Cause specifiche vengono comunque  individuate solo su di un paziente iperteso  su venti (più o meno il 5%).

Gli esami comunemente utilizzati per attuare la diagnosi spesso non evidenziano alcuna patologia che possa essere riconosciuta come la causa scatenante di tale condizione.

In questi pazienti l’alzamento della pressione probabilmente è provocato dal funzionamento difettoso degli elementi che hanno il compito di equilibrare i valori pressori. In questi casi l’ipertensione arteriosa viene definita “essenziale” o “primaria” o “idiopatica”, tutti termini che cercano di rendere meno evidente l’incapacità di definire con esattezza i meccanismi che hanno causato l’aumento pressorio.

La presenza, in famiglia, di soggetti ipertesi aumenta il rischio di sviluppare ipertensione arteriosa. Età: la pressione arteriosa aumenta con l'avanzare dell'età, per effetto dei cambiamenti che si verificano a carico dei vasi arteriosi (l’invecchiamento porta ad irrigidimento delle pareti arteriose).

La prevalenza dell'ipertensione nei giovani è in aumento.

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Mal di testa, specie al mattino.

Stordimento e vertigini.

Ronzii nelle orecchie (acufeni, tinniti).

Alterazioni della vista (visione nera, o presenza di puntini luminosi davanti agli occhi).

Perdite di sangue dal naso (epistassi).

L’ipertensione arteriosa deve essere misurata seguendo una procedura specifica (vedere Misurazione della pressione arteriosa). La pressione arteriosa viene misurata in posizione seduta dopo 5 minuti di riposo. Il soggetto non deve aver svolto alcuna attività fisica, assunto caffeina o fumato almeno 30 minuti prima della misurazione. Un valore pari o superiore a 130/80 mmHg è considerato elevato, ma la diagnosi non può essere basata su una singola lettura. Talvolta perfino ripetute letture di valori molto alti non sono sufficienti per porre la diagnosi perché, per esempio, le rilevazioni possono variare molto. Se un soggetto ha una lettura iniziale alta, la pressione arteriosa deve essere misurata un’altra volta durante lo stesso controllo e, successivamente, almeno per altri due giorni consecutivi, per assicurarsi che l’ipertensione persista.

Obiettivo della cura dell’ipertensione arteriosa è la riduzione dei valori pressori e del rischio di ammalarsi di malattie cardiovascolari. La riduzione della pressione deve essere ottenuta gradualmente per prevenire la fiacchezza che nei primi giorni potrebbe verificarsi con il rischio di compromettere la perfusione degli organi (cervello, cuore, reni, eccetera).

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Per quanto riguarda invece la terapia farmacologica gli antiipertensivi sono molto numerosi ed agiscono attraverso meccanismi ben conosciuti e diversi. Le categorie più importanti sono i diuretici, i bloccanti del sistema renina – angiotensina, un meccanismo ormonale che regola la pressione arteriosa (ACE inibitori, inibitori del recettore AT1 dell’angiotensina II), i calcioantagonisti, che bloccano l’entrata di calcio nelle cellule muscolari delle arteriole e riducono l’eccessiva costrizione arteriolare, i betabloccanti, gli alfabloccanti e gli antiadrenergici centrali, che riducono a vari livelli la risposta circolatoria agli stimoli del sistema nervoso simpatico. I farmaci antiipertensivi sono di solito efficaci e ben tollerati.

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La riduzione della pressione può essere ottenuta con opportuni provvedimenti sullo stile di vita, dieta e con farmaci.

Le misure da attuare nello stile di vita e nella dieta sono:

- Aumento dell’attività fisica (camminare, andare in bicicletta, palestra)

- Riduzione del peso con una adeguata dieta ipocalorica, suggerita da uno specialista in ambito nutrizionale, nel caso di obesità.

- Riduzione del consumo di sale nel cibo.

- Sospensione del fumo e dell’uso di alcolici.

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Questi provvedimenti riducono la pressione in maniera contenuta, richiedono un costante impegno e una forte motivazione individuale. Nel perseguire questo impegno va tenuto in considerazione che adottare queste misure ha effetti vantaggiosi a lungo termine anche su altri fattori di rischio spesso associati all’ipertensione, come l’obesità, l’ipercolesterolemia e il diabete.  Questo miglioramento nello stile di vita e dieta riduce il rischio di malattie cardiovascolari in un paziente iperteso e aiuta nel poter attuare una terapia medica più conservativa.

La maggior parte dei casi di ipertensione arteriosa è dovuta ad abitudini di vita non corrette. Fin da giovani è consigliabile, quindi, mantenere la pressione arteriosa a livelli desiderabili e seguire alcune semplici regole di comportamento. Non è semplice, per il medico, suggerire cambiamenti nelle abitudini di vita dei pazienti. Sarebbe necessario conoscere in maniera approfondita la storia del proprio assistito, la composizione della sua famiglia, i ritmi di lavoro, le preferenze alimentari. Possiamo però considerare che se un paziente smette di fumare, segue determinate indicazioni alimentari – così da tenere sotto controllo il proprio peso – e dedica un po’ del proprio tempo ad un’attività fisica, sicuramente fa del bene alla propria salute.

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L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) dedica una sezione delle linee-guida per il trattamento dell’ipertensione arteriosa alle indicazioni di ordine non farmacologico utili, in particolare, per quei pazienti che non presentano fattori di rischio aggiuntivi.

Ne riportiamo qui di seguito alcune:

- Controllare il peso corporeo;

- Contenere il consumo di alcol;

- Evitare il fumo;

- Limitare le condizioni di stress;

- Ridurre l’apporto di sale e l’uso degli alimenti che ne sono ricchi (ad esempio gli insaccati);

- Contenere il consumo di grassi animali (hanno colesterolo);

- Non abusare di liquirizia;

- Seguire una dieta ricca di magnesio e potassio (cereali, frutta, verdura, agrumi);

- Esercitare regolarmente un’attività fisica.

Al momento, non sono presenti interviste associate a questa patologia.
Non sono presenti valutazioni dei sintomi per questa patologia.
Allegati
Ipertensione Ipertensione_0.pdf (1.35 MB)