La sindrome dell'intestino irritabile, una volta definita "colite spastica" o "colon irritabile", è un disturbo della funzione gastrointestinale e si manifesta generalmente con un fastidio o con un dolore addominale, che migliora dopo l'evacuazione; l'intestino può essere stitico, diarroico oppure di tipo misto, ossia con alternanza fra stipsi e diarrea. Per i pazienti affetti da questa malattia spesso si presenta una diminuzione della qualità di vita, e circa il 60% di essi lamenta anche debolezza ed affaticamento.

Sindrome dell'intestino irritabile

L'andamento di questa affezione è di tipo cronico e mutevole col passare degli anni. Gli alti e bassi nel percorso clinico possono essere causati sia da alcuni fattori di tipo psichico (stress, lutti, separazioni..) che fisico (interventi chirurgici, infezioni virali o batteriche) i quali possono essere artefici della ricomparsa dei sintomi. La popolazione femminile è colpita in misura doppia da questa condizione rispetto a quella maschile.

Sindrome dell'intestino irritabile

La sindrome dell'intestino irritabile spesso presenta disturbi come emicrania, ansia, depressione, fibromialgia, fatica cronica, cistite e problemi nella sfera sessuale.

Le cause e i fattori di rischio che predispongono all’insorgenza della sindrome dell’intestino irritabile ad oggi non sono ancora ben chiari. Questa patologia non viene considerata una sindrome con cause di tipo organico. Per la comunità scientifica il motivo scatenante pare essere di carattere psico-sociale e il suo esordio dovuto una serie di diversi fattori:

Alterazioni comunicative tra cervello e intestino: questi due organi sono collegati da segnali ormonali e nervosi adibiti alla regolazione del transito del cibo all'interno dell'intestino. La sindrome dell’intestino irritabile potrebbe interferire e modificare questa comunicazione; tale modifica sarebbe responsabile di   contrazioni o spasmi muscolari anormali che possono interferire nella velocità di passaggio delle feci accelerandola o rallentadola.

Sindrome dell'intestino irritabile

Fattori psico-sociali:

Una della principali cause di questa malattia oggi riconosciuta è lo stress. L’intestino è infatti considerato come una sorta di secondo cervello comunicante col primo e eventi stressanti a livello psicologico si riflettono sul funzionamento dell’organo causandone disturbi ed alterazioni.

Sindrome dell'intestino irritabile

Dieta non bilanciata:

Una dieta povera di un  corretto apporto di fibre, ma invece ricca di zuccheri e grassi può favorire l’insorgenza della sindrome del colon irritabile. Esistono invece alcuni cibi come: latticini, caffè, cioccolato, tè, spezie, cibi grassi, grano, orzo, broccoli, bevande alcoliche e zuccherate che possono essere causa di alterazioni della motilità intestinale e che quindi in caso in cui venga diagnosticata la sindrome dall’intestino irritabile sono altamente sconsigliati.

Utilizzo cronico di antibiotici

Consumo di antibiotici in Italia: conseguenze e resistenza

Intolleranze alimentari: ad esempio celiachia e intolleranza al lattosio.

Alterazioni ormonali: la sindrome è più comune nelle donne infatti durante il periodo mestruale sono soggette ad alterazioni ormonali che si ripetono nel tempo e che possono essere causa dello sviluppo di questa condizione.

Alterazioni della flora batterica intestinale

Malattie infettive:

Esistono forme di gastroenteriti virali o batteriche che potrebbero predisporre allo sviluppo della sindrome dell’intestino irritabile che in questi casi viene definita  post-infettiva.

La Sindrome dell'Intestino Irritabile spesso si presenta in associazione con altri disordini motori del tratto digestivo, come la dispepsia funzionale e la malattia da reflusso gastroesofageo, così come altre patologie inclusa la celiachia.

Differentemente dalle altre malattie infiammatorie croniche intestinali (es. colite ulcerosa o morbo di Crohn) però, la sindrome del colon irritabile non causa alterazioni del tessuto dell’intestino e non aumenta il rischio di sviluppare cancro del colon-retto.

Al momento per la comunità scientifica la sindrome dell'intestino irritabile non è riconosciuta nelle patologie a trasmissione genetica e vi può essere una familiarità ma non è preponderante. Recentemente diversi studi stanno valutando come la familiarità, l’esposizione ad alcuni agenti infettivi, la composizione della flora batterica intestinale, l’età, la dieta e l’ansia o depressione, influenzino lo sviluppo di intestino irritabile.

I sintomi più classici della sindrome dell’ Intestino irritabile sono principalmente:

  • Dolore addominale diffuso o localizzato ai quadranti inferiori dell’addome;
  • Diarrea o stipsi oppure entrambi;
  • Alterata consistenza delle feci;
  • Miglioramento dalla percezione di dolore dopo l’evacauzione;
  • Distensione addominale con gonfiore e presenza di gas, talvolta anche alternati;
  • Presenza di muco nelle feci

Sindrome dell'intestino irritabile

Altri possibili sintomi associati che possono manifestarsi possono essere:

Nausea, vomito, difficoltà a digerire, disfunzioni sessuali (dolore durante il rapporto e calo della libido), alterazioni urinarie.

Altre condizioni associate all’intestino irritabile sono la fibromialgia, sindrome da fatica cronica, dolore cronico alla schiena, pelvico o cefalea, disfunzione dell’articolazione della mandibola.

In passato questa patologia veniva diagnosticata e riconosciuta soltanto escludendo malattie più importanti di tipo infettivo oppure oncologico, mentre oggi esistono dei criteri diagnostici specifici.

Tali fattori, chiamati criteri di Roma (gli ultimi sono stati definiti a Roma nel 2016 Criteri Roma IV), si basano principalmente sulla storia clinica del paziente e sulla sua anamnesi, senza necessariamente ricorrere ad indagini più invasive.

Sindrome dell'intestino irritabile

Il primo punto che viene analizzato è il dolore addominale e la sua comparsa e durata.

Se presente almeno un giorno a settimana nei precedenti 3 mesi, si indaga approfondendo se questo dolore è accompagnato da:

- Cambiamento della frequenza della defecazione;

- Cambiamento di forma e consistenza delle feci.

Questo permetterà secondo i criteri di Roma IV di classificare la sindrome dell’intestino irritabile in diverse tipologie:

- Sindrome irritativa con predominante stipsi

- Sindrome irritativa con predominante diarrea

- Sindrome irritativa mista

- Sindrome irritativa non classificabile
 

Sulla base della storia clinica possono rendersi necessari degli esami di approfondimento per escludere altre cause organiche:

Colonscopia: consente di esaminare il colon ed evidenziare eventuali polipi, escrescenze, infiammazione, ulcere o sanguinamento e se necessario, permette di eseguire piccoli prelievi di mucosa (biopsia)

Sindrome dell'intestino irritabile

Esofagogastroduodenoscopia: permette di visualizzare le pareti interne di esofago e stomaco

Tomografia computerizzata (TC) o Radiografia: riproducono immagini degli organi interni e sono utili, specie in presenza di dolore addominale, per escludere altre cause

Esame delle feci: per la ricerca di batteri, parassiti, sangue occulto e calprotectina fecale (indicatore infiammatorio presente in caso di malattie intestinali croniche, infezioni batteriche o tumori dell’apparato digerente)

Esami del sangue: emocromo, profilo biochimico, test per la celiachia

Esame delle urine: evidenzia eventuali infezioni del tratto urinario

Sindrome dell'intestino irritabile

La sindrome dell'intestino irritabile o del colon irritabile è una condizione molto comune e che può incidere in maniera negativa sia sulla stato di salute del paziente che sulla sua qualità di vita e colpisce circa il 50% degli italiani, con un’incidenza maggiore nella popolazione femminile (rapporto di 2 a 1 rispetto a quella maschile).

Sindrome dell'intestino irritabile

La terapia è composta da diversi fattori spesso complementari che vengono differenziati in educazionali (dieta e stile di vita), farmacologici (anche l’utilizzo di integratori alimentari). Esistono anche terapie complementari che in alcuni casi possono essere utili nel trattamento di questa malattia.

Sindrome dell'intestino irritabile


Educazionali:

  • Modifica e correzione dell’ educazione alimentare e dello stile di vita, cercando di suggerire quali alimenti e bevande possono essere utili o nocivi.
  • Dieta studiata per l’eliminazione di cibi "formanti gas": se il sintomo principale è il meteorismo e gonfiore con distensione addominale è consigliabile la riduzione di alimenti che fermentano come le bevande gassate, l'insalata a foglia larga (es. lattuga), gli ortaggi (es. cavolfiore, piselli, broccoli), i legumi (es. fagioli, ceci, lenticchie), masticare chewing-gum, e la frutta dopo i pasti (è preferibile consumarla lontano).
  • Corretta idratazione ed attività fisica appropriata.
  • Evitare caffeina, alcolici e bevande eccitanti può aiutare a ridurre l’ansia e l’irritabilità della mucosa intestinale.


Farmacologici/Integratori:

  • A chi soffre principalmente di stipsi verranno suggeriti integratori, lassativi o procinetici a seconda del tipo di stipsi. In caso di diarrea sono utili probiotici (fermenti lattici), antibiotici non assorbibili (es. rifaximina), anti-infiammatori intestinali (es. mesalazina). Nei casi di meteorismo ed eccesso di gas intestinali sono utili enzimi digestivi, integratori a base di probiotici, piante carminative (es. camomilla, melissa, cumino).
  • Integratori a base di fibre e lassativi osmotici: sia le fibre solubili (es. psyllium, glucomannano) o insolubili (es crusca) che gli osmotici (es. macrogol) sono utili nei casi di associata stipsi e gonfiore.
  • Farmaci antidiarroici: i farmaci da banco come la Loperamide devono essere utilizzati con cautela e sotto controllo medico, nei casi di diarrea.
  • Farmaci antispastici (o anticolinergici): questa classe di farmaci viene utilizzata per alleviare i dolori e gli spasmi intestinali. Esercitano anche azione anti-gonfiore ma, se assunti ad alto dosaggio, possono peggiorare la stipsi.
  • Farmaci antidepressivi: se i sintomi si accompagnano ad una riduzione del tono dell'umore, questi farmaci sono efficaci, in quanto aumentano i livelli disponibili di serotonina, che è il neurotrasmettitore maggiormente coinvolto nell'asse cervello-intestino, modulando sia la motilità che l'umore.
  • Farmaci ansiolitici: sei i sintomi si accompagnano ad uno stato ansioso, ci sono farmaci a base di benzodiazepine con o senza associazione di un antispastico. Solitamente vengono utilizzati nei casi di dolore spastico (crampi) intestinale aggravato da stress psico-fisici. Le Benzodiazepine inoltre esercitano un effetto rilassante sulla muscolatura intestinale.
  • Antibiotici non riassorbibili: sono antibiotici che non hanno un'azione sistemica (ovvero sull'intero organismo), ma solo a livello intestinale. Sono utilizzati per contrastare una contaminazione batterica del piccolo intestino che spesso può essere alla base di sintomi quali gonfiore, dolore e meteorismo.

Sindrome dell'intestino irritabile


Terapie Complementari:

  • Diverse terapie non convenzionali si sono dimostrate efficaci nella cura della Sindrome dell'Intestino Irritabile, quali l'agopuntura, la terapia cognitivo comportamentale e le tecniche di rilassamento.

Sindrome dell'intestino irritabile

Come spiegato nei paragrafi precedenti la dieta è fondamentale come partner per la cura e per contrastare possibili riacutizzazioni.

Per questo è necessario rivolgersi ad un nutrizionista che possa inquadrare, caso per caso, il giusto percorso educativo alimentare, dedicato ad ogni singolo paziente.

Potremmo però, in linea di massima, generare una lista di cibi che sono più a rischio per chi è portatore della Sindrome da intestino irritabile:

  • latte, latticini, gelato;
  • dolcificanti (sorbitolo, fruttosio);
  • marmellata;
  • frutta (pesche, pere, prugne, uva);
  • verdura (cavoli, carciofi, cipolle, rucola, cetrioli);
  • legumi e patate;
  • spezie, dadi, alimenti concentrati;
  • caffè, tè;
  • consumo di alcolici vari;
  • Coca Cola, bevande gassate;
  • cibo in scatola;
  • carne conservata.

Un altro tema - ininfluente in questa affezione - è il numero e la regolarità dei pasti l’abitudine di consumare i cibi velocemente è invece frequentemente associata al colon irritabile.

Da ricordare che consumare regolarmente i pasti è importante per la nostra salute!

L'attività fisica migliora le condizioni dell'intestino.

I soggetti colpiti lamentano sintomi molto fastidiosi quali meteorismo, dolore intestinale, stipsi e/o diarrea. L'incremento dell'attività fisica ha l'effetto di attenuare il tutto.

La patologia può essere prevenuta con una dieta adeguata (alimenti a basso contenuto di grassi e ricchi di proteine e fibre). D'altra parte, bere 1,5 o 2 litri d'acqua al giorno può aiutare a ridurre l'irritazione, prevenire la stitichezza e facilitare il movimento alimentare. Si raccomanda inoltre l'esercizio fisico, che migliora la mobilità intestinale (peristalsi).

Sindrome dell'intestino irritabile

Colon

Colon

Il colon è il tratto terminale dell'apparato digerente per molti vertebrati. Più corto e con diametri maggiori rispetto all'intestino tenue, il colon se ne differenzia per la presenza delle haustra e delle tenie, tre fasci muscolari longitudinali che lo percorrono.
Al momento, non sono presenti interviste associate a questa patologia.
Non sono presenti valutazioni dei sintomi per questa patologia.
Al momento, non sono presenti documenti associati a questa patologia.

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